top of page

Un laboratorio sul linguaggio teatrale

di Nino Campisi

 
Grazia Guerriero e Rosanna Di Stefano. Il tempo non è una pausa di riflessione, 1997
Grazia Guerriero e Rosanna Di Stefano. Il tempo non è una pausa di riflessione, 1997

"Nel 1985 ho inaugurato il mio primo laboratorio sul linguaggio teatrale. Provenivo dall'esperienza pluriennale di insegnamento della recitazione con i primi allievi, che ancora oggi ricordo con affetto indelebile, tra cui Chiara Caselli, Marcello Fois, Maria Pia Papandrea, Sergio Romano, Gabriele Duma, Manuela Pasquini e Nicoletta Poli.


In quella prima avventura, che apriva la strada verso il futuro, ero animato da eroici furori e da una straordinaria volontà di conoscenza del mondo e dell'arte, che il mondo lo rappresenta. Il teatro, la poesia e la letteratura erano gli strumenti che avevo a disposizione per conoscere il mondo, erano un dono divino da preservare e da trattare con cura e rispetto.


Non era ancora arrivata l'ondata del post-moderno e del relativismo, forse ero immerso in un'atmosfera di idealismo, ma credo che in fin dei conti quella esperienza abbia dato dei buoni frutti. (...)

Ancora oggi riflettendo su cosa sia il valore, il talento, e il desiderio e la volontà nella vita di una persona, mi sorprendo nel ricordo di quei giorni e torno a meditare sul vero significato di queste quattro semplici parole. Si, perché, la sapiente combinazione di queste facoltà umane può fare la differenza.

(...)


Dopo la fondazione della Compagnia Teatro del Navile, in quel di Corticella, ho messo in scena con gli allievi attori Grazia Guerriero, Rosanna Di Stefano e Daniele Ruzzier i miei due primi lavori sul linguaggio teatrale, inizialmente animati dall'esigenza di indagare il rapporto tra letteratura e teatro : "Il tempo non è una pausa di riflessione" (1987) e "Non è costume del cielo alzare la testa" (1988), tratti dall'opera della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann. Al centro della riflessione c'era la questione fondamentale posta dal filosofo Ludwig Wittgenstein su ciò che è dicibile e su ciò che è indicibile e dell'uso distorto del linguaggio che genera il male del mondo. " (...)

"In sintesi la mia riflessione sul linguaggio teatrale partiva allora dalle principali asserzioni enunciate nel "Tractatus Logico-Philosophicus" : 1) Il mondo è tutto ciò che accade. 2) Ciò che accade, il fatto, è il sussistere di stati di cose. 3) L'immagine logica dei fatti è il pensiero. 4) Il pensiero è la proposizione munita di senso. 5) La proposizione è una funzione di verità delle proposizioni elementari. 6) La forma generale della funzione di verità è: [tutte le proposizioni atomiche, qualsiasi insieme di proposizioni scelte, la negazione di tutte le proposizioni, cioè tutto ciò che è complesso può essere ricavato da ciò che è semplice.]. Questa è la forma generale della proposizione. 7) Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere.

Questi sette principi dovrebbero ispirarci nel nostro agire nel mondo. "Il tempo non è una pausa di riflessione" è la metafora della Bachmann per invitarci a riflettere su quanto pensiero c'è in tutte le cose insensate che diciamo ogni giorno quando apriamo la bocca per enunciare le nostre proposizioni."


(...)

Nino Campisi.


 


bottom of page