di Roberta Belledi.
"Il regista, Nino Campisi, animatore del Teatro del Navile, all'essenzialità e alla naturalezza della rappresentazione ha sottilmente conferito un tono epico, libero da ogni retorica: gli spettatori, nonostante il riconoscimento della lontananza storica e quindi della propria diversità, giungono ad identificarsi almeno a livello emotivo in quel mondo di "eroi ed eroine", i cui attributi, come il coraggio, la fiducia, la convinzione ideologica nonché il dolore, pare non esistano più. (...) il dato oggettivo della distanza storica lascia più facilmente pensare a un teatro della memoria, una memoria ancora più incisiva (...) che ha maturato un nuovo linguaggio teatrale, paradossalmente anacronistico.
La storia, entrando a teatro, luogo deputato della finzione, riafferma la verità delle coscienze e si incarna in una forma comunicativa come quella del racconto orale che ormai non appartiene più in modo esplicito a nessuno dei nostri mezzi espressivi."
Roberta Belledi
La storia entra a teatro e riafferma la verità delle coscienze
La Gazzetta Di Parma. 10 marzo 1992